Dio uomo Dio

Solo se le nostre esperienze si concludono con una conquista, anche se piccolissima, avremo partecipato a quella edificazione cui siamo chiamati. Per far ciò dobbiamo orientare la nostra realtà al richiamo metafisico che Dio pose in noi e che determina la costruzione spirituale.

 

  

La rivelazione cristiana secondo la Patristica è il compimento della filosofia greca, la ragione (il Logos, prodotto di quella filosofia) perciò contiene verità o germi di verità che il Cristianesimo ha portato a compimento. Complementarmente possiamo affermare, come fece il Rinascimento, che la ragione, ispirata e sorretta dalla rivelazione, ha il compito di trasmettere e illustrare le verità divine.
Oggi con il progresso dei mezzi di indagine umana (affinamento del Logos) si può progredire anche nell’opera razionale di rivelazione del divino. Dinanzi a questa operazione l’uomo contemporaneo scopre il suo “scacco”, come dicono alcuni, ma scopre anche il bisogno di “liberare la rivelazione dalle incrostazioni della storia e del mito” e vedere il Nuovo Testamento come una “diagnosi della esistenza umana nel mondo”, come dicono altri. Secondo questa ultima ipotesi la resurrezione è l’accedere alla trascendenza. Come il Cristianesimo promette a chi vive secondo Cristo.

 ….

 

I
 
 
Come la bianca dea
dalle onde venisti
a lenti passi
ogni volta le membra rinnovate
e come Afrodite, la ciprigna, 
tu sei amore
lungo tutte le vie degli uomini,
feconda innanzi a chi t’insegue
e mai di te s’appaga
perché ogni giorno
cresce
la bellezza.
Ma se si distorce il tuo cammino
portato dalle luci della notte 
ai piaceri del sonno, 
se solo di là passa la tua vela,
allora, arpia di te,
avrai
un sacello; 
e invano suonerà la tromba
nella valle.
Uomo, trapassano in te
della  natura forme e voci,
e tu pure vai,
ma la storia e noi
abbiamo bisogno di te
per ricondurle
dove tutto ritorna.
.

 

… 

II
 
 
Mi domando dove t’ho visto
prendere aspetto umano
e sguardo e sorriso
divenire
occhi
e labbra.
 
Era tutta azzurra la pianura
di dolcezza le chiome sorridevano
alle gemme parlando
nell’aria tiepida del giorno
e il sole non calava.
 
Oro erano i capelli
alle carezze brividi di luce
nel sole
che sempre più splendeva.
 
Perché sei fuggito poi lontano
teco portando
il cuore 
e i giorni?
 
Ma io a Delo verrò
tagliando le radici all’Oceàno
e non sarai più 
immagine nel deserto
tremula
nelle bugie dei vapori
che il sole
ruba
alla terra.
.

 

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