Canti di Adamo

 

 

Adamo

 

 

 
 
E fosti
nel giardino fiorito
eletta immago. (1)
 
Allora primamente
di Temide il figlio
ad Atena
ti porse. (2)
 
C’erano plaghe infinite
nel divino respiro (3)
con i suoi numi tutto l’Olimpo
le ninfe dei boschi
il regno di Urano e di Gea, (4)
 
e a lungo andasti 
in attesa. (5)
 
Al par della bella Afrodite
sorse a te la compagna
pur ella immenso richiamo
amore
pure i suoi piedi schiudevano i fiori (7)
come la gloria di Era, lei,
nell’orto di Estia
 
e Landone fu la sua guida. (8)
 
Allora fu desta la corte di Giove. (9)
 
Eva in te e tu, 
lontano dai freddi comandi di Ade (10)
l’uomo guidaste…
 
eran forti i legni e la ciurma
nel porto novello
entrambi al timone (11)
 
e il molo doppiaste volendo. (12)
 
Sull’acqua che non ha strade
e tante ne serba,
perigliosa 
ignota
diversa,
mappe ardite portaste
e viaggi (13)
sapendo (14)
 
ogni scoglio fu un porto
soffrendo. (15)
 
La pena di Eracle, (16) l’arte di Ilizia (17)
nello staio per i campi del mondo
furon condanna
e vittoria. (18) 
 
E quando fu tutto compiuto
quando più volte aperte le zolle
- con nero gonfiore chiedevano il seme -
la Terra fu pronta, (19)
Cristo vi pose la via (20)
che va dal mondo lontano
e vi sta (21)
che vive nel tacito buio
e brilla (22)
 
la strada dell’uomo
 
che ama
 
vasto incaglio del monte s’oppone
 
ma ama
 
sferza ampiamente la pioggia
 
ama (23)
 
fino alla gioia del colle (24)
al tripudio di luce
che abbandona la terra. (25)
 
Rilucono nel volo d’argento
infiniti diamanti
di pianto.
.
 

… 

 

(1) L’uomo nell’Eden è prodotto perfetto. (2) Il salto filogenetico. (3) La forza creatrice che si dispiega. (4) Sentimenti e valori che sono il motore dell’evoluzione umana. (5) Il lungo viaggio verso l’uomo. (6) Emerge Eva. (7) I prodotti della parte psico-intellettiva. (8) Il serpente indica la via per il salto evolutivo. (9) Il mondo umano in potenza. (10) La forza istintuale. (11) Per la costruzione umana ci vogliono la parte materiale e quella psico-intellettiva. (12) Ogni azione umana è cosciente. (13) L’uomo ha dinanzi a sé infinite possibilità. (14) L’uomo dirige autonomamente il suo processo di costruzione. (15) Le difficili conquiste dell’uomo. (16) La lotta dell’uomo che domina le leggi biologiche. (17) Il parto delle costruzioni spirituali. (18) La vittoria dell’uomo che supera il negativo. (19) L’umanità che ha raggiunto una stadio evolutivo maturo. (20) Cristo conferma il cammino dell’evoluzione umana. (21) Le costruzioni dello spirito nascono nel mondo. (22) Si realizzano nell’intimità. (23) La tensione dell'uomo verso la sua realizzazione. (24) Il Golgota. (25) L’uomo che abbandona la sua parte biologica e resta con quella spirituale che ha costruito nella sua vita.

 

… 

Postfazione.

Il mito dell’Eden metafora della vicenda evolutiva umana.

Nel giardino terrestre si configura l’evoluzione naturale giunta, con le forme stabilizzatesi precedentemente, allo stadio più maturo. È questo il secondo essenziale luogo del processo evolutivo pari a quello (il brodo primordiale) che permise il sorgere della vita. In tale condensazione si svilupparono le condizioni che resero possibile un nuovo cammino evolutivo e che permisero ad un solo elemento (Adamo) il salto filogenetico. Il nuovo essere, che ha ricevuto l’alito divino, quindi ha in sé in potenza le forze della realizzazione, lentamente si disincaglia dalle leggi fisse dell’istinto (il sonno di Adamo), trasformandole, fino a che emerge in lui la realtà interiore. Eva, che nasce dal costato di Adamo, è la parte non materiale dell’uomo, quella psico-intellettiva. L’uscita di questo essere (Adamo-Eva, l’uomo edenico) dall’ordine primario avviene con un atto di ribellione alle leggi di quell’ordine (la disubbidienza di Eva): ogni salto evolutivo è una disubbidienza alle forme precedenti. La possibilità di tali realizzazione è insita nella natura stessa (la tentazione del serpente). La risposta alla tentazione (il cogliere il frutto proibito), attuata dalla parte non materiale dell’uomo che chiama all’opera anche l’altra (Eva offre il frutto ad Adamo), permette l’accesso alla nuova dimensione ove agisce questo composto di psichicità-intelletto-materia. Il sentimento di vergogna è la presa di coscienza dell’assenza di essere. La condanna divina è il trasferimento nell’uomo del processo evolutivo da condurre in forme autodefinentesi nella libertà. Perché avvenga tutto ciò l’uomo deve uscire dall’Eden e iniziare il nuovo cammino (gli angeli posti a guardia dell’Eden ne assicurano la realizzazione).

Ogni costruzione umana (il parto di Eva) sarà fatta controllando con fatica le leggi biologiche (il lavoro di Adamo); è resa possibile dalla sensibilità ai valori, il richiamo metafisico (l’alito divino); è l’attualizzazione del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, essendo bene tutto ciò che non ostacola la realizzazione del fine dell’uomo che è quello di costruire in se stesso l’immagine di Dio (operazione voluta da Dio stesso: “facciamo l’uomo a nostra immagine e secondo la nostra somiglianza”) cioè l’essere spirituale; avviene nell’interiorità (ove opera il soffio divino). Il giardino terrestre è dunque il luogo ove si innesta nella evoluzione la storia dell’uomo, qui l’albero della vita eterna testimonia la possibilità della costruzione, nell’essere edenico Adamo-Eva, della vita dello spirito che permette la vita eterna a cui l’uomo può accedere solo dopo che ha lasciato la sua realtà biologica.

Quando l’evoluzione umana raggiunse una maturazione adeguata (siamo in un altro luogo di condensazione, culturale questa volta, il mare nostrum) si innesta in essa la vicenda cristologica che costituisce l’inveramento del processo evolutivo umano. Cristo conferma all’uomo l’ultimo salto filogenetico (come dice Teilhard de Chardin), l’affrancamento dai legami della materia e l’accesso alla vita dello spirito. Sul Golgota muore Adamo (“sei polvere e polvere diventerai”), dal sepolcro si eleva il prodotto di Adamo-Eva: quella costruzione spirituale che ognuno nella vita riesce a realizzare con cui godrà nell’aldilà (“Io vengo presto, portando con me la mia ricompensa, per darla a ciascuno secondo l’opera sua. Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lasciano le loro vesti, per aver diritto all’albero della vita ed entrare nella città per le porte”. Apocalisse, 22).

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Vedi

Per una antropologia edenica

Ermeneutica del racconto biblico di Adamo ed Eva

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