A cura di Gioacchino la Greca

 

 

 

 

Il sacrificio di Isacco

 

 

(1598)

Olio su tela (104x135)

Galleria degli Uffizi, Firenze

 

 

di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1611)

 

 

 

 

 

 

Opera che viene datata nella seconda metà del 1590, ci mostra un Caravaggio maturo e sicuro della sua arte, anche se sono anni difficili per lui non ancora pienamente affermato con le grandi commissioni pubbliche. L'episodio biblico e sacro viene narrato drammaticamente immergendo i personaggi in un paesaggio rigoglioso e preciso, che comincia a rendere omaggio ai pittori delle fiandre. Il Merisi mostra tre stati d'animo diversi che stanno sulla tela a raccontarci con gli sguardi e i gesti la drammatica vicenda. Essa si sta svolgendo quasi fino al compimento tragico dell'evento, e viene fermata un attimo prima dal gesto perentorio dell'apollineo quanto deciso Angelo botticelliano, che, inondato di luce sovrannaturale, che illumina il centro della scena e guida gli occhi dello spettatore, in una diagonale geometrica che taglia in due la tela, fino al viso terrorizzato fermo in un urlo strozzato del fanciullo. La mano sinistra di Abramo sguaina una lama sinistra, non a caso, e la destra di Dio potente, tante volte ricordata dalle sacre scritture, blocca energicamente la mano quasi omicida. Fa da controaltare a questo gesto la risolutezza dello sguardo del vecchio accigliato, deciso ad obbedire al suo Dio fino al fatale gesto, se questa è la sua volontà. Emerge in primo piano in basso la testa dell'ariete sacrificale, docile e ignaro che prenderà il posto di Isacco. Merisi consacra non la fede del patriarca, ma la giustizia di Dio, che sembra arrivare al momento giusto per impedire un crimine nel suo nome, come purtroppo tanti ne sono stati celebrati nel corso dei secoli.

 

 

 

 

 

 

Home

 

Argomenti di Racconti d’Arte

 

Scrivi

 

Copyright©LaGreca2013

 

 

 

Indirizzo immagine: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/45/Michelangelo_Caravaggio_022.jpg/300px-Michelangelo_Caravaggio_022.jpg