Cristianesimo della prassi

 

Pagine di Mauro Codazzo

 

 

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… andrà tutto bene ....

 

... e poi era un paziente che non mi competeva, non toccava a me trasferirlo dal CTO al S. Eugenio... polemizzai col medico e dissi:

“ok, lo faccio, ma è una deroga dal protocollo ....”.


Ci avvicinammo al paziente io e Ciro, caspita... saranno più di 150 kg... hai capito, non toccherebbe a noi... e in più è un peso massimo: mettilo sulla barella, caricalo in ambulanza... una faticaccia spaccaschiena.... e poi... ma sta malissimo: dispnea, ossigenoterapia, drenaggi addominali, foley, edemi declivi... ok... è toccata a noi.... ma poi ci sentono questi che fanno i furbi!


In ambulanza... il paziente mi guarda e sembra sorridermi (avrà visto la mia contrarietà)... mi fissa e con voce flebile: "andrà tutto bene!"..... penso: “stai per morire, fratello mio e dici “andrà tutto bene!”? -  ..... e mi dice: "ho perso mia moglie poco tempo fa... “andrà tutto bene!".....

 

“è per caso un uomo di fede?“ domando ....  “la chiesa gestisce il peccato e il senso di colpa.... ma l'amore del Padre va sperimentato... andrà tutto bene! .... mi dice in un soffio ...


Quest'uomo al culmine del calvario... mi dona una delle più belle profezie della mia vita... che mi ripeto spesso... sì, andrà tutto bene...

 

Lui parlava dall'abbondanza di un amore che continuamente lo sosteneva.....

 

Morì pochi giorni dopo...

 

Ho saputo che era un missionario laico impegnato in terra africana....

 

… andrà tutto bene....

 

 

"Bisogna ride"

 

... e si lo so che è un brutto momento, per tante ragioni, però... questa mattina turno ambulanza 7-14, denso, intenso, ricco, bello... e mi è capitato di portare 3 pazienti, 2 uomini e una donna al CTO, per una vertebro-plastica... quasi miei coetanei e "in malattia" già da tempo.

 

E giù ad elencare un insieme di sintomi... e già, poi le vertebre crollano... vanno giù... e io so già otto interventi di questo tipo, che faccio... eh, ma quando te pìano i dolori, che poi fa?.... e io allora, che non guido più... e ciò la pensione d'invalidità... e l'accompagno... e io allora? che fino all'anno scorso facevo gli infissi in alluminio?.... hai capito no?... gli infissi!!!... ma zittete, che a me me devono levà un rene… c'ho un rene malato... io devo fa da mangià per tutti... certo la spesa non la faccio più.... me la portano... si, lo so, vai avanti... ma quando te pìano i dolori all'ossa.... eh, i dolori …


e faccio una domanda: "ma come si affrontano tutti sti dolori"?...

 
"Bisogna ride" me fa il paziente che faceva infissi fino a poco fa.... io sai che faccio? quando ciò il dolore dentro... me metto a ride... e quando sto meglio vado a pesca...


io, volevo introdurre nella chiacchierata il tema della "fiducia"... fiducia nel medico, fiducia nelle cure... e alla fine la "fede nella Grazia".... ma i mie pazienti, stupendi, mi hanno spiazzato.... mi sono accorto che la Grazia è già all'opera e li sostiene....


, mi ha guardato dritto negli occhi e, al centro del suo calvario, ha detto: "bisogna ride".


...è la vittoria!

 

 

... la nostra stanca travagliata storia ... 

 

22 agosto 2015. Quando esco con l'ambulanza in questo periodo estivo, ti vedo sdraiato sulla panchina di marmo... ci passi la notte sdraiato sopra, ma come fai? sei più giovane di me e quando ti passo vicino ti sento sempre confabulare tra te e te... sembri sempre nervoso, teso in uno spasimo senza fine.... in inverno passi la notte dentro l'androne dell'ospedale, vicino alle macchinette del caffè, su sedie scomodissime.... ma come fai? ho provato ad offrirti un cappuccino caldo.... ma tu, a differenza degli altri, mi hai sempre risposto: "no no no no no...." ....una serie lunga di no senza neanche guardarmi.... sei impenetrabile e sei lì in quel tuo movimento continuo di avanti e indietro col busto che parlotti con frasi incomprensibili.... cosa dici realmente? a volte passandoti vicino è facile, quasi come un meccanismo di difesa, ignorarti, rimanere indifferenti... a volte invece percependo il tuo stato di delirio, questo tuo mondo parallelo di dissociazione dove annaspi e cerchi un punto di quiete, nasce una sorta di bestemmia come rifiuto radicale di ciò che vediamo e che ci spaventa.... e ancora a volte, si alza timida una preghiera... ecco, questo oggi vuole essere il nostro intento, questo il desiderio che esprimiamo... nel terzo mistero della gioia infatti, ma è il caso di parlare di gioia? si contempla la Tua nascita... nasce la Vita... e la Vita nasce sempre, gagliarda, dirompente, inesauribile... nasci tu Signore nostro.... chiediamo troppo allora se speriamo, anzi se ne siamo convinti, che Tu oggi, al di là di ciò che noi non facciamo e delle nostre confuse e vuote preghiere... raccogli ogni fragilità, ogni grido inespresso, ogni sguardo perso, ogni respiro corto, ogni confusione e spossatezza? chiediamo troppo? è giusto gridare il nostro smarrimento con le residue forze disponibili? nasci Signore, dai... dai Signore... debbono per forza incontrarsi la tua Vita ed il grido del povero... ... ed allora nei pozzi bui, nelle lande desolate, nella fame tormentata di vita... negli orizzonti chiusi... nelle violenze quotidiane... in chi si è arreso... in chi è allo sbando e allo sfinimento... germogli adesso, adesso, ancora una volta, anche se inaspettata ed inattesa... la tua Vita dolcissima e tremenda ... ... e così tutto ti celebri, non solo la natura... ma anche la nostra stanca travagliata storia!

 

 

... quanto sei grosso

 

accadeva giusto un anno fa... e ricordo come fosse adesso...
(nella foto, la "piazzetta" del pronto soccorso del S. Eugenio... immagine pubblica presente nel web)

quanto sei grosso, fratello e padre... cento chili, anche di più... di più, di più... e sei alto, lungo... più lungo della barella piedi e mani grandi... piedi fuori dalla barella... e anche la faccia grande... l'ictus?... si, forse l'ictus ti paralizza una metà... è ictus... e poi non riesci a parlare...
carico di anni... e di storia... e ti ho visto bambino... ti ho toccato a lungo... spostato, mobilizzato, assistito... e teso l'orecchio per le tue parole fatte di labbra deboli, storte e senza suono... ho carezzato la tua fronte e il tuo fiato...
quanto sei grosso fratello e padre... ti ho toccato... oggi... mentre mi toccavi il cuore!

 

 

 

 

 

 

 

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