Racconti

 

Dedra

 

 

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Dedra fu il nome che diedi ad un cuccioletto tutto marrone che un giorno mi fu portato da alcuni miei amici di scuola.

Lo avevano raccolto accanto alla cuccia di una cagna randagia in un capanno abbandonato nei pressi del quale andavano a giocare. Si erano accorti infatti che la madre lo allontanava dalla nidiata ogni volta che essi ve lo mettevano come se fosse stato un estraneo. Per non farlo morire avevano pensato al mio giardino ed al mio interesse per gli animali, promettendomi di riprenderlo appena il cucciolo fosse stato in grado di vivere da solo.

Ma successe che tutti in famiglia ci affezionammo alla cagnetta e non avemmo il coraggio di abbandonarla.

Successe pure che dopo otto mesi Dedra partorì otto bei cuccioletti. Li trovammo un pomeriggio in un angolo isolato del giardino che noi ci preoccupammo di riparare dal freddo essendo piena stagione invernale. Quel riparo resistette vari giorni poi, dopo una notte di vento, lo trovammo semidistrutto, ma i piccoli erano stati riparati dal calore della madre.

Solo uno, caduto dalla cuccia ed esposto al freddo per tutta la notte era diventato un pezzo di ghiaccio. Era il più bello per il folto pelo bianco perciò fu con dispiacere che lo seppellimmo in un angolo del giardino.

Dopo alcune ore nessuno credette ai propri occhi nel vedere tra i cuccioletti di Dedra anche quello seppellito, un po' malconcio, ma vivo.

Nel posto dove lo avevamo sotterrato c'era un grosso fosso di quelli che sapeva fare solo Dedra.

Non saprò mai come abbia fatto l'animale a capire che quel suo cuccioletto era solo tramortito dal freddo, ma so perché non riesco a staccare questo episodio da quello del salvataggio di Dedra ad opera dei miei amici.

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