Canti sannicolesi

 

 

Dalla scogliera

 

 

 

 

 

I

Di rovi scogliera selvaggia
che il sole innamori,
dimmi cos’hai
che cara ti fa
all’astro di vita?
Forse che sei così vera
non ricercando belletti?
Oppure l’opulenza delle tue forme
di rocce rientranti in anfratti
di merletti
di guglie
ricerca?
Accoglie una vita diversa
la tua ruvida scorza
senza rete feconda,
è allora questo tuo fare
ch’egli più ambisce?
 
Da tutti evitata
in disparte
tu sei
ma il sole ha compreso.
 
Forse in te scopro
qualcosa di me
perciò m’attiri
scogliera di rovi
Selvaggia,
tu, che il sole innamori.

.

 

 

 

 

 
 
II
 
Di vita selvaggia 
rupestre scogliera
che il sole innamori
ed il mare,
dimmi
chi dei tuoi amanti ti piace?
Il mare vicino
che in possesso ti tiene
o il sole lontano
che di giorno ti bacia
e di dolcezze ti scalda,
il sole
che a te sa arrivare
e se ti lascia deve tornare?
Su, a me rispondi
il sole o il mare?
 
E mentre ero intenta, 
guardavo
freddo di spuma il mare
ed il sole
che di tenera luce
la scogliera rupestre
di vita selvaggia
inondava.
 

 

 

 

 

 

 

 
III
 
 
Sia che baci la roccia
calmo
o se furente
di spuma la sferzi
mare selvaggio di questa scogliera
m’attiri 
ammaliante.
 
Con l’avido occhio
che spazia più vasto
qui in alto
distesa di onde
io ti posseggo
 
e tu m’inviti
suadente.
 
Alla mente protesa
incanto di mille promesse
adorata e temuta creatura
ti offri
 
e mi chiami 
insistente.
 

 

 

 

 

 

 

 
IV
 
La terra tu cingi
con un abbraccio più grande
e forte
come il pensiero
che domina il mondo
e lo crea.
 
A lei appari
diverso di molti messaggi
ogni ora
come la mente ferace
che molto produce
ed ama
 
eppure sempre lo stesso 
tu sei, 
o mare.
 

 

 

 

 

 
V
 
C’invita il mare
vieni anche tu
vieni
a tentare la sua avventura
il pensiero
distendi
sulla libera brezza
affida la mente
ed il cuore
alla sua dolce carezza
 
egli saprà
lene
lene
cullarci
coll’andare suo eterno
di spuma
e sullo specchio di luce
noi spazieremo.
 

 

 

 

 

 

 
VI
 
 
Vieni, buio,
e tu solitudine
deh, non tardare
non voglio tuffarmi
nel chiasso del mondo,
questo poggio
aiuta
il raccolto pensiero
che vaga solingo
e suadente
si stende.
 
In questi ozi
della mente
scultore
di forme
io sono.
 

 

 

 

 

 

 

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