Leggere le Scritture

Testi di Gioacchino La Greca

 

 

IL PROLOGO DEL VANGELO DI GIOVANNI

 

Incipit medioevale del Vangelo di Giovanni

 

“In principio era il Verbo”, è la stessa frase posta all’inizio della Bibbia, e Verbo è la parola creatrice con la quale Dio crea in Genesi, ma è anche il Progetto che prima della creazione Dio ha in serbo per l’umanità, cioè dare per amore a noi uomini la sua stessa condizione divina, e ciò si realizza tramite Cristo. Egli è infatti il Logos ordinatore, espressione di relazione armoniosa che guida e dirige la creazione continuamente verso il suo completo e corretto sviluppo, poiché ”Senza di lui nulla fu fatto di ciò che è stato fatto”.

“Vi fu un uomo mandato da Dio”, Giovanni è colui che prepara la via del Signore, annunzia agli uomini la luce, ma gli uomini, che sono nelle tenebre non l’hanno accolta. Poiché coloro che vivono per un Dio del passato non riconoscono il nuovo Dio che viene a comunicare l’amore universale, cioè un amore che è per tutti gli uomini. “Ma a quelli che lo accolsero diede potere di diventare figli di Dio”, poiché non si nasce figli di Dio, ma lo si diventa accogliendo Gesù che è il progetto d’amore del Padre. Un amore che viene donato a tutti indipendentemente dai meriti di ognuno, e solamente perché l’uomo ha bisogno di questo amore gratuito ed universale. 

“E il Verbo si fece carne”, l’evangelista usa il sostantivo greco “sarx”, proprio per indicare la carne della debole natura umana, la cui fragilità è quella della materia deperibile, corruttibile dal tempo che scorre, stretta dalla necessità della sua natura, legata ai bisogni della sopravvivenza, della riproduzione, della socializzazione, ad essa sottomessa e non libera. Ma Cristo, “venendo ad abitare in noi”, è venuto per darci quella coscienza spirituale che ci fa liberi dal mondo e dalla sua forza incatenante, mostrandoci la via, quella dell’amore e della relazione armoniosa con gli altri, che, distruggendo l’Io egoista, mettono in moto le sole azioni che possono darci la vera libertà. Infatti, dice Giovanni, ”dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”, cioè l’amore che noi riceviamo da Gesù dobbiamo trasformarlo e donarlo agli altri, rendendolo in tal modo operativo. Così mentre la legge, che fu data da Mosè, esige solo obbedienza ed osservanza, l’amore vuole solo accoglienza, chiede di essere accolto e donato, e non si impone mai, ma è esso stesso dono.

“Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato”. È Gesù, che, col volto dell’amore ci mostra finalmente qual è il vero volto di Dio, che prima di lui nessuno aveva mai visto, né Mosè, i Profeti. Se vogliamo conoscere il vero volto di Dio dobbiamo volgere lo sguardo a Gesù. Dio è uguale a Gesù, il predicato determina il soggetto, come ci insegna la lingua italiana. Con Gesù tutte le precedenti esperienze di Dio sono da annullare o considerare incomplete, Dio adesso ha il volto del Cristo.

 

Gli Evangelisti, Libro di Kells (800-899)

 

 

 

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