Per vie irte ed azzurre

 

II

 

 

Velati schizzi d’interni

 

 

 

Immenso infinito

 
Cos’è quest’onda
che nel freddo presente
la sua lama 
affonda
 
perché continua
il suo doloroso respiro?
 
Io vogo con lei
 
e alito
 
e cerco
un arco di grani di sole
 
lontano.
 
E trovo la prateria infinita
dove l’onda s’espande
piangendo
e la forma dell’isola
ai colpi di mare
si scopre
nuda
al suo immenso infinito
dinanzi.
.
 

 

*

 

 

 

Gocce di poesia

 

I
 
Vago campo
senza orizzonte
come in attesa
 
lieve
sommesso soffio
passa…
 
l’aria
è tutta un polverio
giallo
ora
 
e la rugiada è pianto
 
sacra 
la terra 
l’amore.
 
 
 
 
II
 
 
Cielo di stelle
vasto abbraccio silente
all’odorosa terra
 
tu non tramuti
 
neanche quando
l’imperio del sole
signoreggia
o su di lei la pioggia
sfarina
il suo
geloso
manto
 
ma ci sono le notte d’estate 
a raccontarti.
 
 
 
III
 
 
Sia che t’adagi
sul corpo chiuso della notte
sia che per lei dal cielo
strimpelli
una sinfonia col raggio,
luna,
tu sei il mio canto.
 
 
 
IV
 
 
Buio
silenzio
 
tratti
 
mio Dio
quale esplosione.
 
 
 
V
 
 
Io sono Orfeo
triste
e solo
in Ebro a sciogliere
la mia lira amante
 
tu resta
bella
irraggiungibile
Euridice.
 
 
 
VI
 
 
Un rivolo sottile
lama la terra
arsa
e nera
 
una ferita
 
come d’una corda tesa
 
un vibrìo
struggente
nella notte.

 

 

 

*

 

 

Tenero vento

 
Stasera di nubi il vento
s’adorna
non vuole ai monti miei andare
con le mani vuote
fremono sul ramo le fronde
gli uccelli chiudono gli occhi
nel lamento delle fratte
i cipressi sono in preghiera
il tenero vento
 
ma c’è un fiore che s’apre
a lui dona il suo manto
e si snuda
al fiore che beve i suoi doni
e gli si abbandona.
 
.
 

 

*

  

 

Salice

 
 
Se l’aurora, dita di rosa,
sul fiore
la candida goccia
per me depone
e l’inghirlanda
se il carro infuriato del cielo
di Poseidone il sorso
mi porta
non mi disseta e piace
 
ma c’è un chiaro lago
che il mio braccio avvolge
e l’occhio tutto assorbe
un lago che non sa
ch’io già sono sulla sua sponda
e là rami e foglie
mollemente
e specchio
e riva
sfiorano
al rezzo.
 
.

 

*  

 

 

La mia poesia

 
Un verso
un altro
al par della latonia prole
arcieri al mondo
 
ed io sono
la titania figlia del cielo
nell’ortigia terra
a sgravar
colpe
dai pilastri
di cristallo.
 
 
.

 

 

 

Fiore di neve

 
 
Se di spine 
il sole è coperto
cerca la chiave
ed entra, 
piccolo fiore,
 
si dissolve
nell’aria 
una spina 
alla volta
 
ma tu hai il dono 
del gelo
e per sanare 
le spine
tu serbi
la serpe d’Argolide.
 
.
 

 

  

 

Uomo

 

L’uomo è un abbozzo notturno di se stesso
(E. Fromm)
 
ma avverte un richiamo
e allora
 
a sfoglia
a sfoglia
come ninfa si spiega
 
si ciba di terra
e soffre
e lotta
e ancora
più ancora
 
poi falena 
nell’isola va
ai fiori
che una mano gentile 
ha deposto.
 
 
.

 

*

  

 

Amore

 

Dall’informe esploso 
architetto del cosmo
lento
vai
 
ma son belli
i tuoi sofferti pinnacoli
 
forza e fuoco
abbandono
e fusione
 
e sei d’Iperione il raggio
che svela
e indora
 
sei rodìo
di gelosi steli di rosa
 
spasimo d’uomo
 
e l’animo che l’avverte
si spaura.
 
 
.

 

*

  

 

Aiuto

 

Una mano è aggrappata
a una croce
nella piana
del paese abbandonato.
 
Suoni che son carezze
vanno,
fuggono
nere ombre di arpie.
 
Così chi soffre solo.
 
Così
accarezza il pensiero
il cuore.
.
 
 

 

 

 

Destino

 
Allora la mano d’Ermete
mostrò la turba infinita
come grani di sabbia
che il fluido corpo sbatteva sul lido
nel ventre di Ade inghiottita
da vapori di piombo.
 
Verace destino con volto di sfinge.
 
Andava sul fiume una luce
dall’onda che subito muore all’altra
e nel buio correva una scia
agli Elisi da pochi portata.
Ade veniva con noi
ed il figlio di Crono
 
e lì tu eri la perla
che cresce nell’incidente
e alla luce della piccola sfera
la valva socchiusa
io scoprivo.
.
 
 

 ….

*

 

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